Importante Sapere

08/09/2025 12:21:49

Aggressione da cani randagi: chi paga i danni?

Il fenomeno del randagismo e la sua pericolosità

Il randagismo è una situazione di abbandono incontrollato che riguarda animali senza padrone – soprattutto cani – che vagano liberamente. Questo fenomeno, sempre più diffuso sia nelle grandi città che nei piccoli centri abitati e nelle campagne, comporta spesso un difficile rapporto tra queste specie (cani e a volte anche animali selvatici come i cinghiali) e l’uomo.

È importante capire che molti esemplari randagi vivono in condizioni precarie, non sono mai stati addomesticati o hanno subito maltrattamenti, il che li rende diffidenti, spaventati, o talvolta aggressivi. Insomma, sono vittime prima ancora di diventare, in alcuni casi, aggressori dell’uomo. Le aggressioni dei cani randagi possono avvenire all’improvviso, con gravi conseguenze, specialmente per pedoni e ciclisti. Difendersi nell’immediato è estremamente difficile.

Come capire chi è l’Ente pubblico responsabile del randagismo

In Italia, la gestione del randagismo e la responsabilità per i danni causati da cani senza padrone ricade su diversi Enti pubblici. La legge quadro nazionale, la n. 281 del 1991 [1] si occupa del fenomeno, ma non individua espressamente i soggetti responsabili del randagismo, limitandosi a demandare alle Regioni l’attuazione dei programmi di prevenzione dei rischi per la pubblica incolumità derivanti dagli animali vaganti.

In pratica, la legge nazionale non individua chiaramente a chi spetti la responsabilità civile in caso di aggressioni da parte degli animali randagi, ma comunque affida alle Regioni il compito di disciplinare, tramite leggi locali, la prevenzione e il controllo del fenomeno, con la collaborazione di:

  • Comuni, incaricati della cattura e della custodia nei canili;

  • ASL, competenti per gli aspetti sanitari (profilassi, sterilizzazioni, controlli).

In pratica, bisogna sempre guardare alla legge regionale del luogo in cui si è verificata l’aggressione per capire quale ente è responsabile.Questo significa che la normativa è su base locale, e molto dipende dal territorio in cui si è verificato l’incidente. Le Regioni hanno il compito di individuare, nei propri territori, gli Enti pubblici che devono occuparsi della cattura e della custodia degli animali randagi. Se non provvedono adeguatamente a tali compiti, sorge la loro diretta responsabilità per i danni arrecati.

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Cosa fare se vieni aggredito da cani randagi

Se ti trovi in questa spiacevole situazione, è fondamentale agire con prontezza e metodo per tutelare i tuoi diritti e ottenere un eventuale risarcimento per le varie tipologie di danni che abbiamo descritto, e che devono essere tutte provate nella loro consistenza e nel relativo ammontare. Ecco gli step fondamentali da seguire se subisci un’aggressione da cani randagi:

  1. metti in sicurezza te stesso e chi si trova in quel momento con te: la prima cosa da fare nell’immediatezza è allontanarti dal pericolo, senza cercare di contrastare la forza fisica degli animali, che potrebbe essere soverchiante e aggravare così la situazione;
  2. cerca soccorso medico: se hai riportato lesioni, anche lievi, rivolgiti immediatamente al pronto soccorso o al tuo medico curante. Ai fini risarcitori (oltre che, ovviamente, sanitari) è fondamentale avere una documentazione medica accurata delle lesioni subite e del nesso di causalità con l’aggressione;
  3. documenta l’accaduto con:
    • foto e video: se possibile, scatta foto o fai video del luogo dell’aggressione, del cane (se è ancora visibile) e delle tue lesioni; immagini e riprese costituiscono documenti utilizzabili in sede processuale, sia civile sia penale;
    • testimoni: cerca eventuali testimoni che hanno assistito all’accaduto e chiedi loro i contatti. La loro testimonianza sarà utile e talvolta preziosa: a volte un osservatore esterno è in grado di descrivere la scena dell’aggressione meglio del protagonista che l’ha subita;
    • ora e luogo: Annota con precisione l’ora, la data e il luogo esatto dell’aggressione.
  4. denuncia l’accaduto quanto prima possibile, rivolgendoti a:
    • forze dell’ordine: Carabinieri, Polizia di Stato o Polizia Locale possono raccogliere la tua denuncia dell’aggressione. La loro verbalizzazione sarà un atto ufficiale importante;
    • Comune e ASL: comunica l’accaduto, con una lettera formale, o una PEC, anche al Comune e al Servizio Veterinario dell’ASL competente per territorio. Richiedi che venga avviata una ricerca del cane (del quale puoi descrivere taglia, colore e altre caratteristiche utili a individuarlo) e che vengano prese le dovute misure;
    • richiedi anche la relazione veterinaria dell’ASL, che accerterà se l’animale (se è stato individuato) è effettivamente randagio o se, invece, ha un proprietario privato;
  5. consulta un avvocato: questo è un passaggio cruciale. Un legale specializzato in responsabilità civile potrà valutare il tuo caso, raccogliere la documentazione necessaria e avviare le pratiche per richiedere il risarcimento danni. Sarà lui, o lei, a indirizzarti verso l’ente pubblico responsabile (Comune, ASL o Regione, a seconda del caso specifico e della normativa regionale) e a gestire la trattativa o l’eventuale azione legale.

Ricorda che il termine di prescrizione per agire è di 5 anni, trattandosi di danni derivanti da fatto illecito (responsabilità extracontrattuale: art. 2043 Cod. civ.), ma è bene muoversi subito per non disperdere le prove.